Elettricità a bordo

Gli impianti elettrici di bordo

L'impianto elettrico, o meglio, gli impianti elettrici in barca, possono essere di due tipi:
- un impianto a bassa tensione in corrente continua a 12V (o 24V) abitualmente in uso durante la navigazione o quando si è all’ancora.
- un impianto a 220V in corrente alternata utilizzato solitamente quando si è ormeggiati in banchina e collegati alla rete di terra.

Impianti a bassa tensione 12V. - 24V.

E’ noto che gli impianti a bassa tensione (12V. o 24V.) non sono pericolosi in caso di contatto con l’uomo, a differenza di quelli a 220V che possono anche risultare fatali.
Contrariamente all’opinione comune però, con impianti a basso voltaggio il rischio di incendio è più elevato perché le utenze richiedono amperaggi (quantità di corrente) più elevati e sono quindi più soggetti a surriscaldarsi. Di qui la necessità, sugli impianti a bassa tensione, di adottare cavi elettrici di sezione più elevata rispetto a quelli di casa.

La corrente scorre nei cavi un po’ come l’acqua nei tubi. Così come una grande portata d’acqua richiede un tubo di sezione adeguata, una corrente elevata richiede cavi di grossa dimensione. Se a un cavo elettrico viene richiesto di portare una corrente più elevata rispetto alla sua capacità, si surriscalda, fino a diventare un potenziale pericolo di incendio.

Circuiti di bordo ad alto assorbimento

Insieme al salpa ancore e all’elica di prua, il motorino di avviamento del motore è uno dei grandi divoratori di energia presenti in barca. Gli alti assorbimenti di questi apparati (tra 50 e 200 Ampere) richiedono impianti elettrici adeguatamente dimensionati in tutti i loro componenti a partire dalla sezione dei cavi e degli interruttori.

Le correnti ad alta intensità non possono quindi scorrere in cavi della stessa sezione utilizzata nel resto dell’impianto, né essere gestite direttamente dai normali interruttori. In questi casi vengono utilizzati dei Relè o Teleruttori, ovvero particolari "interruttori" posti sulle linee ad alto carico che possono venire comandati dai semplici interrutttori da pannello.

Bisogna tuttavia considerare che, queste particolari utenze pur assorbendo un'elevata quantità di energia, vengono messi in funzione per brevi periodi di tempo, il che ci permette di utilizzare cavi di sezione più ridotta rispetto a quelle previste in base ai calcoli.

Corrosione e messa a terra

Negli impianti civili, oltre al cavo positivo e a quello negativo esiste un terzo cavo, il cavo di terra, collegato a un pozzetto verso il quale, in caso di dispersioni elettriche pericolose per l’uomo, viene scaricata la corrente . Per elevare il grado di protezione vengono inoltre utilizzati i cosiddetti salvavita o interruttori differenziali che si attivano automaticamente in caso di dispersioni elettriche e disattivano l’impianto.

Anche in barca quando si parla di corrente a 220V si pone il problema delle dispersioni elettriche dunque della messa a terra (per la salvaguardia delle persone) nonchè della protezione delle attrezzature dalla corrosione galvanica. Anche se la barca non possiede un impianto a 220V è buona norma dotarsi di un elemento di “messa terra” soprattutto sulle imbarcazioni a vela, più soggette al rischio fulmini per la presenza dell’albero. 

La messa a terra è normalmente costituita da una barra in rame o bronzo immersa in acqua collegata a  piastre verso cui vengono fatte convogliare le linee del circuito elettrico di bordo.

 

Impianto elettrico a bordo

I consigli essenziali

  • Impianti a 12v. o 24V.: sono soggetti a surriscaldamento. Per evitare il pericolo di incendio utilizzare cavi di sezione maggiorata
  • Impianti a 220V.: è bene prevedere una barra per la "messa a terra" per evitare pericolose dispersioni di corrente e corrosioni galvaniche
  • Circuiti ad alto assorbimento: eliche di prua, verricelli e motorino di avviamento assorbono parecchie Ampère, pertanto richiedono circuiti  dedicati